mercoledì 4 settembre 2019

Contenzione nei servizi psichiatrici, contro il passo indietro della Regione Toscana

Alcune associazioni e movimenti (Società della Ragione, Istituto Italiano di Bioetica-Sezione Toscana, L’Altro Diritto, E tu slegalo subito-Campagna per l’abolizione della contenzione) hanno inviato una lettera aperta agli organi istituzionali della Regione Toscana nell’imminenza della discussione in Consiglio regionale del piano sanitario sociale 2018-2020. Le associazioni esprimono preoccupazione perché il testo in discussione non prevede più il divieto della contenzione nei servizi psichiatrici, così come invece indica il precedente piano sanitario. E’ un passo indietro incomprensibile, specie considerando il pronunciamento del Comitato Nazionale di Bioetica nel 2015, di condanna inequivocabile sul piano etico della contenzione, quale “violazione dei diritti fondamentali della persona”; e la recente sentenza della Corte di Cassazione sulla morte in contenzione di Franco Mastrogiovanni, alla luce della quale la contenzione fisica si configura come un reato.  

La lettera è stata recapitata in particolare al presidente Enrico Rossi e all’assessora competente Stefania Saccardi, al presidente del Consiglio Regionale, al presidente della Commissione Regionale di Bioetica, alle autorità nazionali e regionali garanti delle persone private della libertà, al Difensore Civico regionale.
Documento promosso da: Società della Ragione, Istituto Italiano di Bioetica-Sezione Toscana, L’Altro Diritto, E tu slegalo subito- Campagna nazionale per l’abolizione della contenzione.

Salute mentale e contenzione nel nuovo piano sanitario e sociale regionale 2018-20: orientamenti bioetici

A:
Enrico Rossi, presidente della Giunta della Regione Toscana
Stefania Saccardi, assessora al Diritto alla salute della Regione Toscana
Eugenio Giani, presidente del Consiglio Regionale della Toscana
Stefano Scaramelli, presidente della Commissione Sanità del Consiglio Regionale della Toscana
Paolo Sarti, vicepresidente della Commissione Sanità del Consiglio Regionale della Toscana
Alfredo Zuppiroli, presidente della Commissione Regionale di Bioetica
p.c.
Franco Corleone, Garante Regionale della Toscana delle persone private della libertà
Sandro Vannini, Difensore Civico del Consiglio Regionale della Toscana
Mauro Palma, Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale

Abbiamo appreso con grande preoccupazione che la proposta di piano sanitario regionale ora all’attenzione del Consiglio Regionale non esclude esplicitamente la contenzione nei servizi di salute mentale, a differenza di quanto previsto fino dal piano sanitario 2012-2015 e successiva proroga: tali documenti si erano espressi in maniera inequivocabile per il “divieto tassativo di ogni forma di contenzione fisica” all’interno di Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura-SPDC (Piano sanitario e sociale 2012-2015, p.181 ). Non comprendiamo questo ritorno indietro della Regione Toscana, a suo tempo all’avanguardia nella difesa della salute delle persone con disturbi mentali, specie considerando i più recenti sviluppi in campo bioetico e giuridico.
Ci riferiamo in primo luogo al parere del Comitato Nazionale di Bioetica dell’aprile 2015 (La contenzione: problemi bioetici). Il CNB, nel sottolineare la controversa legittimità giuridica della contenzione, ribadiva che “l’uso della forza e la contenzione meccanica rappresentano in sé una violazione dei diritti fondamentali della persona”, dagli effetti controproducenti anche sul piano terapeutico. Perciò, il CNB indicava con chiarezza l’obiettivo del “superamento della contenzione” (p.22), invitando le istituzioni competenti (le Regioni in primo luogo) a un attento monitoraggio del fenomeno e alla predisposizione di programmi specifici per raggiungere tale obiettivo. Nel 2017, il rapporto della Commissione Diritti del Senato giungeva alle stesse conclusioni.
Infine, nel novembre 2018, prendendo spunto dalla morte in contenzione di Franco Mastrogiovanni, la Corte di Cassazione decretava che la contenzione non è mai un atto terapeutico, demolendo così l’argomento di chi ha sostenuto la legittimità bioetica della contenzione, appellandosi alla prevalenza del principio di beneficenza su quello di autonomia del paziente (argomento peraltro respinto dal CNB, che su questa base escludeva la “regolamentazione” della contenzione, optando invece per il “superamento”, cfr. pp.7 e 8 del parere citato). Oggi, alla luce della sentenza della Cassazione, la contenzione fisica, anche se compiuta durante il TSO, se non scriminata da circostanze eccezionali, è un reato. Del resto, l’urgenza di una presa di posizione netta contro la contenzione è stata dolorosamente riproposta dal recente tragico episodio della giovane paziente dell’ospedale di Bergamo, morta fra le fiamme, legata al letto nel SPDC di quel presidio.
Ricordiamo anche che da qualche anno il Garante nazionale delle persone private della libertà personale dedica molta attenzione alle pratiche nei servizi psichiatrici che comportano una limitazione della libertà personale (la contenzione in primo luogo, ma anche il Trattamento Sanitario Obbligatorio). Nella Relazione al Parlamento 2019, il Garante Nazionale raccomanda in primis l’attenzione alla raccolta dei dati, giudicata al momento del tutto insufficiente (senza la quale il monitoraggio, tanto meno la predisposizione di programmi di contrasto alla contenzione, è ovviamente impossibile). Anche il Garante della Toscana delle persone private della libertà si è attivato in questa direzione: nella sua relazione al Consiglio per il 2019, abbiamo letto con rammarico la denuncia circa l’incompletezza delle informazioni provenienti dai servizi, che non permettono l’auspicabile trasparenza delle pratiche di limitazione della libertà in ambito sanitario. 
Per queste ragioni, chiediamo che il nuovo piano sanitario regionale riconfermi l’esclusione della contenzione, al contempo individuando con precisione il data base esauriente e necessario per un efficace monitoraggio dei servizi; promuovendo la formazione del personale alle buone pratiche no restraint; introducendo criteri di valutazione dei servizi ispirati al pieno rispetto dei principi dell’etica medica, in particolare del principio di autonomia del paziente.

Grazia Zuffa e Serena Franchi (per La Società della Ragione Onlus)
Monica Toraldo di Francia e Matteo Galletti (per Istituto Italiano di Bioetica-Sezione Toscana)
Emilio Santoro e Sofia Ciuffoletti (per L’Altro Diritto Onlus)
Giovanna Del Giudice (per E tu slegalo subito-Campagna Nazionale per l’abolizione della contenzione)

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